Gab e io

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San Bartolomeo,spettacolo al pizzemporio

lunedì 17 marzo 2008

Ancora un pò di storia

L'Hip Hop è un movimento culturale o sub-cultura nato in prevalenza nelle comunità afroamericane e latine del Bronx, quartiere di New York, alla fine degli anni 1970[1]. Il movimento ha probabilmente mosso i primi passi con il lavoro di DJ Kool Herc che, competendo con DJ Afrika Bambaataa, si dice abbia inventato il termine "hip hop" per descrivere la propria cultura. Cuore del movimento è stato il fenomeno dei Block Party: feste di strada, in cui i giovani afroamericani e portoricani interagivano suonando, ballando e cantando. Parallelamente il fenomeno del graffiti writing contribuì a creare un'identità comune in questi giovani che vedevano la città sia come spazio di vita sia come spazio di espressione. Negli anni 1980, gli aspetti di questa cultura hanno subito una forte esposizione mediatica varcando i confini americani ed espandendosi in tutto il mondo. Il riflesso di questa cultura "urbana" ha generato oggi un imponente fenomeno commerciale e sociale, rivoluzionando il mondo della musica, della danza, dell'abbigliamento e del design.


Influenze

I fattori che hanno influenzato la cultura Hip Hop sono complessi e numerosi. Sebbene la maggior parte delle influenze possono essere rintracciate nella cultura africana, la società multiculturale di New York è il risultato di diverse influenze musicali che hanno trovato il loro modo di esprimersi all'interno della musica hip hop.
Elementi dello stile e tecniche di rapping si possono far risalire ai Griot dell'Africa occidentale, musicisti viaggiatori e poeti con stile che contiene elementi che con il tempo evolveranno nella moderna musica hip hop. Alcune di queste tradizioni migrarono negli Stati Uniti, nel Regno Unito e nei Caraibi con lo schiavismo che portò gli africani nel cosiddetto Nuovo Mondo. Un'altra importante influenza nell'hip hop è costituita nelle parti parlate contenute nei dischi di musica soul e funk di musicisti come James Brown e Isaac Hayes.
Ma una delle più importanti influenze sia per la cultura che per la musica hip hop viene dal genere musicale giamaicano chiamato dub, che nacque come sottogenere della musica Reggae negli anni 1960. La musica dub annoverava tra le sue fila produttori come King Tubby che creava versioni strumentali di dischi reggae famosi per le esigenze dei locali da ballo e degli impianti musicali, e che presto si accorsero di come chi ballava spesso rispondesse meglio a particolari beat dei dischi, isolati e ripetuti, ottenuti con percussioni intense e forti linee di basso[2]. Poco dopo, gli MC che accompagnavano la musica nei locali, iniziarono a parlare sopra le parti strumentali dei dischi, tra questi vanno ricordati U-Roy, Dr. Alimontado e Dillinger che diventarono popolari performer in questo particolare genere e questa tradizione continua tuttora in quella che viene chiamata musica Dancehall. Nel 1967, gli immigrati giamaicani portarono il dub a New York ed iniziarono a lavorare nelle feste delle comunità, nelle piste di pattinaggio o direttamente sulla strada.
Un'altra significativa influenza proviene dalla musica blues, particolarmente dal tipico aspetto chiamato call and response, ovvero chiama e rispondi che sopravviveva nella tradizione del toasting, un altro aspetto della tradizione orale intrinseco della musica hip hop, che divenne particolarmente pronunciato nei primi anni 1980 con la nascita dei battles (battaglie) tra MC.


Origini


DJ Kool Herc, un immigrato giamaicano, era uno dei più popolari DJ a New York durante gli anni 1970, e suonava nei block party del Bronx passando velocemente dai dischi reggae e quelli funk, rock e disco, notò che i newyorkesi non amavano particolarmente il reggae. Herc ed altri DJ notarono inoltre che chi ballava la loro musica preferiva più le parti con forti percussioni, ed iniziarono ad estendere l'uso del mixer audio e del doppio giradischi. All'interno di una atmosfera di forte competizione, Herc, i suoi amici ed i suoi "avversari" svilupparono velocemente altre tecniche di missaggio per mantenere i partecipanti attivi, eccitati.
Come in Jamaica, questi elementi erano accompagnati da dei performer che parlavano mentre suonava la musica; inizialmente furono chiamati MCs (dall'inglese Masters of Ceremonies, maestri di cerimonie) e, più tardi, rapper. I primi rapper si focalizzavano sull'introduzione di sé stessi, del DJ e degli altri addetti ai lavori, ma presto le loro performance si svilupparono fino a comprendere improvvisazioni e semplici beat four-count assieme a piccoli cori. Più tardi gli MC aggiunsero liriche più complesse e spesso umoristiche, comprendenti anche temi a sfondo sessuale. Va ricordato che la musica hip hop è cresciuta stabilmente nella popolarità, ed alla fine degli anni 1970 iniziò a diventare la principale forza artistica che si stava espandendo negli Stati Uniti. Durante i successivi due decenni, l'hip hop è gradualmente entrato nella vita comune statunitense, la transizione usualmente viene considerata conclusa nel 1992, mentre alla fine della decade, la cultura aveva oramai varcato i confini nazionali, per spandersi un po' per tutto il pianeta.


MCing


L'Mc (Master of Cerimonies) intrattiene il pubblico con il suo rap (espressione ritmica di rime), riprendendo le radici giamaicane del toasting, e crescendo grazie all'introduzione nella cultura hip hop da parte di Kool DJ Herc e DJ Hollywood nei primi anni 1970. Il primo vero MC nella cultura hip hop si può definire Coke La Rock. Il rapping e l'arte dell'MCing si sono sviluppati attraverso gli anni grazie alle conquiste di artisti quali Melle Mel, Kool Moe Dee, Schooly D, Run DMC, e Rakim.
Uno dei più importanti aspetti dell'MCing è il concetto di battle (battaglia). Le battaglie sono in buona sostanza competizioni tra due Mc a colpi di rime rap, pratica datata nei primi anni della cultura hip hop. Lo scopo di tali battaglie è di svalutare il proprio avversario e le proprie qualità liriche o personali, oltre a ricercare il favore del pubblico per la propria performance. Il livello di impressione destato nel pubblico dai competitori di tali sfide è determinato da varie forme di espressione, dall'abilità, dagli insulti utilizzati e dalla capacità di "muovere la folla". La reazione del pubblico determina la vittoria, riconoscendo il migliore "poeta".
La maggior parte dei veri battles si svolgono nei club hip hop underground e negli eventi similari, sebbene altri si svolgano informalmente negli angoli delle strade. Questi eventi sono usualmente appuntamenti fissi, molti dei più conosciuti MC esperti in questo tipo di sfide sono saliti alla ribalta grazie a battle svolti in radio più o meno locali, o producendo dischi di dissing in cui dichiarano i propri nemici. La maggior parte dei battles sono eventi pubblicitari usati per dare esposizione ai partecipanti ed acquisire quindi più fan.
Sono invece meno comuni delle sfide tra MC, corrispondenti battles per DJ, breakers, beatboxers. Come per le sfide a colpi di rap, la risposta del pubblico ed il grado di partecipazione (occasionalmente persino una giuria) determinano i criteri per designare il vincitore.


Hip-Hop/rap


La musica hip hop/rap, caratterizzata dall'enfasi nel ritmo e dalla frequente inclusione del rapping, nacque dalla mescolanza di musica giamaicana ed americana effettuata da DJ Kool Herc a cui partecipava nei primi anni 1970. Il rapping, che in italiano viene definito a volte rappare, era l'equivalente hip hop del toasting, che si poteva ritrovare nella tipica musica giamaicana dub prodotta nello stesso periodo.
Herc intendeva suonare i dischi funk così come il suo pubblico voleva, ma inventando il beat hip hop isolando i breaks (parti della canzone con sola presenza di percussioni) dal resto del pezzo. Mentre una intera cultura cresceva attorno a questo tipo di musica, questa stessa musica si sviluppava con gli anni, fino a giungere a quella che è stata chiamata l'Età dell'oro dell'hip hop (golden age hip hop), che va dal 1986 al 1993.


Djing

L'hip hop non ha inventato la pratica del DJing, ma ne ha esteso i confini e le tecniche. Il primo DJ hip hop è stato Kool Herc, che creò l'hip hop attraverso l'isolamento dei break dal resto della canzone. In aggiunta allo sviluppo determinato dalle tecniche messe a punto da Herc, altri DJ come Grandmaster Flash, Grand Wizard Theodore e Grandmaster Caz diedero al genere ulteriori innovazioni come l'introduzione dello scratching e del beat juggling, tecniche appartenenti al Turntablism.
Tradizionalmente, il DJ utilizza due giradischi simultaneamente, connessi ad un mixer, un amplificatore, altoparlanti, ed altri diversi pezzi dell'equipaggiamento tipico occorrente per suonare musica elettronica. Il DJ può così produrre vari giochi (detti tricks) tra i due album presenti sui giradischi. Il risultato è un suono unico, creato dalla combinazione sonora di due separate canzoni in un unico pezzo. il Dj non va quindi confuso con il produttore discografico della traccia musicale (pur essendoci una considerevole sovrapposizione tra i due ruoli).
Nei primi anni dell'hip hop, i DJ erano le star, ma i riflettori si puntarono già a partire dal 1987 più sugli MC, particolarmente per il contributo di Melle Mel del gruppo di Grandmaster Flash, ovvero i Furious Five. Comunque un certo numero di DJ è ugualmente salito alla ribalta negli anni più recenti. La galleria dei DJ maggiormente famosi include Grandmaster Flash, Mr. Magic, DJ Jazzy Jeff, DJ Scratch degli EPMD, DJ Premier dei Gang Starr,DJ Scott La Rock dai Boogie Down Productions, DJ Muggs dei Cypress Hill, Jam Master Jay dai Run DMC, Eric B., Funkmaster Flex, Tony Touch, DJ Clue, DJ Q-Bert.


Writing


Nei tempi passati, i graffiti ricoprivano un speciale significato tra gli elementi della cultura hip hop, si tratta di una forma d'arte esistente già dagli anni 1950, pur essendosi sviluppata in maniera decisiva solo nei tardi anni 1960 per fiorire durante la decade successiva.
I Graffiti, nella cultura hip hop, diventarono un modo per etichettare una crew o una gang, e fu utilizzato soprattutto in tal senso negli anni 1970 nella metropolitana di New York, espandendosi più tardi agli altri muri della città. Questo movimento dai treni ai muri fu incoraggiato dagli sforzi dell'autorità dei trasporti di New York (Metropolitan Transportation Authority) per sradicare l'abitudine dei graffiti dalle loro proprietà.
La prima forma di graffiti nella metro era un veloce marchio fatto con vernice spray, detto tag, che presto si sviluppò in grandi ed elaborate calligrafie, complete di effetti di colore, ombreggiature, eccetera. Con il passare del tempo, i graffiti si svilupparono artisticamente e cominciarono a definire fortemente l'aspetto delle aree urbane. Alcune crew hip hop hanno mutuato il loro nome attraverso i graffiti, così come i Black Spades di Afrika Bambaataa. Nel 1976, artisti dei graffiti quali Lee Quinones iniziarono a dipingere interi murales con elaborate tecniche.
Il libro Subway Art (New York: Henry Holt & Co, 1984) ed il programma TV Style Wars (andato in onda per la prima volta su PBS del 1984) furono tra le prime vie che seguì l'aerosol art per giungere al grande pubblico, e rapidamente il resto del mondo imitò ed adattò questa arte. Oggi quindi, tale forma d'arte è presente fortemente anche in Europa, Sud America, Australia e Giappone.
I Graffiti sono stati demonizzati da alcune autorità e associate con leggerezza a violenza, guerra fra bande, droga e microcriminalità. Nella maggiorparte delle legislazioni, creare graffiti su pubbliche proprietà senza permesso è considerato crimine punibile con multe o reclusione

domenica 21 ottobre 2007

HIP HOP HISTORY

L'Hip-Hop è nato più o meno nel 1970,tutti i media lo avevano giudicato solo una moda passeggera...oggi, 2001 l'Hip-Hop esiste e devasta!!!Tutto è nato negli U.S.A miscela esplosiva di Blak-music, soul, funk e R&B(Rhythm and Blues);l'Hip-Hop in poco tempo si è letteralmente espanso in tutto il mondo, chiaramente ogni nazione l'ha reso suo, cercando di adattare il tutto al loro stile di vita



La cultura dell'Hip Hop è variegata: comprende l'amore per la musica ritmata dal d.j.attraverso lo scratch, il cut e il rap, per gli sports "da strada" quali lo skate boarding, per l'arte metropolitana del graffitismo, per la break dance.Principalmente l'Hip-Hop ha due grandi divisioni la East-coast e la West-coast.La costa est è caratterizzata dal casino, la musica e molto più "grezza", I b-boy hanno una mente completamente diversa dai loro compagni della W-coast,hanno molti più problemi e casini.Principalmente i b-boy della E-coast sono più poveri, non lo fanno per soldi, e anche se ne hanno non gli mettono in mostra.La West-coast è molto diversa,La musica è molto più melodica, e la gente è molto più tarnquilla. Esaltano la ricchezza, si mettono in mostra con macchinoni, catene d'oro,denti d'oro e anelli tempestati di diamanti.In Italia è apprezzata di gran lunga la East-Coast.L'Hip-Hop è formato da 4 elementi: Mcing, il Djing, il Writing e il Breaking; ognuno completa l'altro e tutti assieme formano il vero Hip-Hop, quello che spakka di brutto per intenderci.Parola chiave del Hip Hop è "free style", ovvero l'arte dell'improvvisazione,non come mancanza totale di regole,ma come interpretazione soggettiva ed originale delle regole stesse



Le persone che seguono questa cultura si chiamano Rapper e vengono identificati da un nome standard: i ragazzi sono i così detti "B-BOY" e le ragazze le "FLY".


Tutto ha avuto inizio dal breaking, ovvero doveva esserci qualcuno che faceva basi per poter far ballare il breaker, è da questa necessità è natoil Dj, subito dopo si è sviluppata anche la figura dell'Mc, ovvero colui che canta sulle basi; l'unico "personaggio" forse indipendente è il Writer, cioè colui che disegna

Così come nel rap si improvvisa su una base musicale fissa, nell'abbigliamento nascono infinite variazioni su una regola-base, conseguenza diretta dello stile di vita di questa cultura: la comodità. Il basic wear è rappresentato da pantaloni over-size, cappelli da marinaio,boots indistruttibili, T-shirt sportive, scarpe e tute da ginnastica personalizzate con scritte,tags e pops (cioè con disegni tipici del graffitismo). Tutto ciò’ non fa solo parte della così detta moda rap, ma ogni singolo indumento ha un ruolo ben preciso nella cultura hip hop; come si può’ notare tutti i più famosi rapper non usano il proprio nome, ma utilizzano uno "street-name" per mantenersi in incognito tra le gente.L’esigenza di non essere riconosciti, parte dal ruolo del Writer, che, dipingendo illegalmente sui muri, usava vestire comodo: i vestiti larghi, le tute e le scarpe da ginnastica,erano utili (e lo sono tuttora) per correre liberamente quando venivano scoperti mentre imbrattavano i muri; gli occhiali scuri, molto grandi e i cappelli portati bassi sulla fronte,per evitare di essere riconosciuti nella notte. infatti è proprio la notte che accompagna gli artisti delle tele metropolitane, quando tutti dormono loro entrano in azione armati di vernice spray e…fantasia.


I b-boy e le fly, sono gente comune, nessuno ha tendenze megalomane; scrivere sui muri non ha lo scopo di mettere in mostra la propria persona , ne tanto meno lo si fa per farsi conoscere, viene avvertito come un bisogno di diffondere questa cultura, di sfogare le proprie energie con pennarelli o bombole di colore. Tutto questo lo si fa solo per se stessi, gli altri possono giudicare, ammirare o disprezzare, ma non potranno mai privarli della libertà!